Archivio mensile:ottobre 2008
il metodo Cossiga
Quel camion pieno di spranghe
di Curzio Maltese
Aveva l’aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo de’ Fiori colmo di gente. Certo, c’era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico.
“Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane”, sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un’onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo de’ Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi. Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove.
una disperata vitalità
[con dedica ai liceali di Sassari]
Non perdona!
C’era un’anima, tra quelle che ancora
dovevano scendere nella vita
– tante, e tutte uguali, povere anime –
un’anima, in cui nella luce degli occhi castani,
nel modesto ciuffo pettinato da un’idea materna
della bellezza maschile,
ardeva il desiderio di morire.
La vide subito, colui
che non perdona.
sullo scafo di Hanife Ana [vanitosissimamente]
Poche ore fa sono state evocate storie, cantate vite, soffiate morti fino all’ultima candela.
Fumo.
Fumo di forme vaghe che si arricciano su un giovane volto e spiraleggiano nell’invecchiare del tempo e nel riaffiorare dei ricordi.
Mi imbarcai l’undici ottobre 2008. Mi imbarcai…
Quando salii sul mare? Quando decisi di partire?
Oggi? Ieri? Due vite fa?
Su questa barca il tempo pagaia come vuole. In avanti, d’intorno, in verticale sopra o sotto le onde. Su questa barca che ho imparato ad amare e a temere ho capito:
il tempo è
qualcosa che
fa un po’ ciò che vuole.
Secondo i suoi umori, sulla linea delle sue inquietudini e delle sue simpatie.
ho tante storie da raccontare
Suonino le trombe, si innaffino i gerani ai balconi,
si vestano a festa i bambini:
ore 18.30 della sera
di Savina Dolores Massa
ed. Il Maestrale
finalista Premio Calvino 2007
maedagua
19 settembre 2008.
Lisboa, Mae d’Agua.
* * *
Se mai si dovesse catalogare il mondo tra i generi, il suo principale ingrediente stilistico sarebbe senza dubbio l’acqua. Se le cose stanno diversamente, sarà perché nemmeno l’Onnipotente deve avere molte alternative, o perchè il pensiero stesso ha la trama dell’acqua. Come del resto la scrittura; come le emozioni, come il sangue. […]
E se noi siamo parzialmente sinonimi dell’acqua, che è totalmente sinonimo del tempo, il sentimento che proviamo verso questo posto migliora il futuro, contribuisce […] a quell’Atlantico del tempo che immagazzina i nostri riflessi per quando noi saremo scomparsi da un pezzo. Da questi riflessi, come da gualcite fotografie color seppia, il tempo riuscirà forse a comporre, come se si trattasse di un collage, una migliore versione del futuro, migliore di quanto sarebbe senza di loro.
frantumi da un viaggio

sulla nave