Archivio mensile:Maggio 2009
rapsodie (3)
materiali videomusicali in deliberato disordine
a cura di Paolo Siracusano
Da Berlino transita anche David Bowie e, con lui, il rock che sarebbe stato dopo. La cosiddetta trilogia berlinese è composta da Low (1977), Heroes (1977), Lodger (1979). Ma, già nel 1973, nel concept-album Berlin, Lou Reed ambienta disfacimenti coniugali in un interno. Molti lo considerano il suo capolavoro, ben più dell’icon(oclast)a Transformer, di appena un anno precedente.
Ecco Berlin, in versione live con John Cale dei Velvet Underground:
Lou Reed (con altri, tra cui Diamanda Galas e Franco Battiato) sostiene che Antony Hegarty (leader del gruppo newyorkese Antony and the Johnsons) sia un genio e ascoltarlo un’esperienza indimenticabile.
Pierre Seel, l’orologio e la candela
17 maggio 2009
Giornata mondiale contro l’omofobia
Pierre Seel nasce ad Haguenau, una città della francese Alsazia, troppo, troppo vicina alla Germania, il 16 agosto del 1923. La sua è una tranquilla famiglia cattolica. Nessuno ha mai sentito parlare di lui, fino al 1982.
Gli uomini come Pierre Seel devono vivere così. Ci si nasconde, si tace. Si vive a verità condizionata. Finché un giorno accade qualcosa.
“Qualcosa” fu, per Pierre Seel, sentire il suo vescovo, il vescovo di Strasburgo, pronunciare una frase che lo consegnava, con tutta la porpora, l’anello e il pastorale, agli annali della storia della vergogna: “gli omosessuali sono dei malati”, scandì il vescovo Elchinger in una imprecisata mattina, o pomeriggio, o sera di esatta compiaciuta idiozia.
Allora non ci si può più nascondere, forse questo ha pensato Pierre Seel.
Allora arriva il momento del grido, composto certo, ma che si senta.
Nel 1982 esce nelle librerie francesi l’autobiografia “Io, Pierre Seel. Deportato omosessuale”, subito tradotta in tedesco e in inglese con il significativo sottotitolo “La liberazione era per gli altri.”
appunti di psicoterapia politica (2)
Le mani che pregano e quelle che respingono
di Francesco Merlo
Quei guanti di lattice, che servono a non toccare l’orrore, sono come il nostro pensiero, come i nostri ragionamenti sull’immigrazione-sì e l’immigrazione-no, le quote, i conteggi, i controlli, le leggi. Le guardie di finanza usano guanti di gomma e noi usiamo guanti mentali. Proprio come loro li indossiamo per non entrare in contatto con il male fisico, con la sofferenza dei corpi.
rapsodie (2)
materiali videomusicali in deliberato disordine
a cura di Paolo Siracusano
Dal cielo si può, con una certa facilità, arrivare a Berlino.
Lo dimostrano gli angeli di Wim Wenders ne Il cielo sopra Berlino (1987).
Capitano in un club dove Nick Cave e i Bad Seeds eseguono due delle loro composizioni più apocalittiche: The Carny (da Your funeral, my trial, 1986) e From her to eternity (da From her to eternity, 1984):
Il chitarrista dal volto allucinato è Blixa Bargeld, degli Einstürzende Neubauten.
sto dinanzi a te…

(dal romanzo Undici di Savina Dolores Massa)